Gli spazi pubblicitari

In seguito alla soppressione di Carosello e delle altre rubriche avvenuta il 1° gennaio 1977, iniziò una nuova fase per la pubblicità televisiva italiana: gli annunci divennero più brevi (lanciando quindi la televisione italiana nell’era dello spot inteso nel modo in cui è attualmente conosciuto) e vennero racchiusi in degli specifici spazi pubblicitari, contrassegnati dalla Sacis mediante delle lettere indicanti l’orario di trasmissione[1].

Dalle rubriche precedentemente abolite, questi spazi ereditavano la presenza di sigle che ne indicavano l’inizio, l’intermezzo tra due spot e la fine: caratteristica fondamentale di queste grafiche era l’uso di temi concreti e l’assenza di elementi grafici che si riferivano al canale o all’azienda.

Spazio A

Il primo blocco pubblicitario della giornata, in onda verso le 12:55 su entrambe le reti.

Era contrassegnato da una sigla ambientata su sfondo bianco, con un guscio di noce che compariva da lontano e, aprendosi, permetteva l’uscita di alcuni oggetti, diversi a seconda delle versioni: fiori, farfalle e palloncini. La sigla di coda era una riproduzione al contrario di quella di testa, mentre l’intermezzo mostrava il guscio chiuso trasformarsi in una foglia e scomparire nello stesso modo in cui era comparso in testa.

Spazio B

Anticipava il TG1 delle 13:30 sulla Rete 1, mentre sulla Rete 2 andava in onda dopo il Tg2 Oretredici. Inizialmente, questo blocco era annunciato dalla versione con i fiori dell bumper con il guscio di noce utilizzata nel blocco precedente.

Tra il 1980 e il 1981 veniva utilizzata l’animazione di alcune forme colorate che, su sfondo nero, cambiavano continuamente aspetto sino ad assumere quello di una caramella che, andando contro lo schermo, chiudeva la sigla. Il numero degli elementi variava a seconda della sigla: due in testa, uno dell’intermezzo, tre in coda.

Spazio C

Con la lettera “C” venivano indicati quei blocchi mandati in onda nel primo pomeriggio, non oltre le 18:25. Anche in questo caso veniva originariamente utilizzato il bumper con gli oggetti che uscivano dal guscio di noce, alternando le tre versioni nel corso degli anni.

Nel 1981, questa sigla è stata sostituita da due grafiche, proposte alternativamente e accomunate dallo stesso tema musicale.

La prima, ambientato su un sfondo giallo che sfumava in verde verso il basso, mostrava un libro rosso che, aprendosi, rivelava una serie di fiori e una libellula che scompariva volando fuori dal teleschermo. Nella sigla di coda e di intermezzo il libro si chiudeva di colpo e una farfalla si posava sulla copertina.

La seconda sigla ambientata su di uno sfondo grigio a righe verticali nere: in apertura compariva un vaso contenente un mazzo di fiori, nell’intermezzo sbocciavano dal mazzo ulteriori corolle, mentre la sigla di coda mostrava entrambe le scene. Tutti questi elementi si muovevano dall’alto verso il basso; in alcune occasioni appariva, sul finire della sigla di coda, il logo della Sipra con la frase maiuscola “La pubblicità sulle reti Rai”.

Tra il 1982 e il 1983 venne introdotta l’animazione di un aquilone rosso su sfondo nero. Nella sigla di testa l’oggetto indietreggiava e andava contro lo schermo, divenendo azzurro e mostrando una serie di rombi concentrici bianchi che terminavano con uno nero, verso il quale l’immagine avanzava. La sigla di coda era una riproduzione al contrario di quella di testa, mentre negli intermezzi ne veniva utilizzata una versione ridotta.

Spazio D

Si tratta del blocco pubblicitario trasmesso nel tardo pomeriggio, prima del programma che precedeva le edizioni principali del telegiornale: sulla Rete 1 andava in onda alle 19:15, sulla Rete 2 alle 18:45.

Fino al 1980 veniva utilizzata una sigla con una linea ondulata che, entrando da destra, si trasformava in una serie di oggetti e/o animali, per poi scomparire dalla parte opposta da cui era apparsa. La sigla di coda era identica a quella di testa, mentre l’intermezzo mostrava l’onda trasformarsi in una figura geometrica semplice. Le versioni antecedenti al 1978, reperite in bianco e nero, presentavano un’ulteriore trasformazione dell’onda prima della sua scomparsa: in apertura, la linea diveniva una lettera “P”, in chiusura in un cerchio.

In seguito è stato adottato il bumper con il guscio di noce già utilizzata in altri spazi, nella versione che vedeva i fiori uscire dal guscio.

Spazio E

Questa fascia pubblicitaria precedeva le edizioni principali dei telegiornali: sulla Rete 1 era trasmessa alle 19:55, sulla Rete 2 alle 19:40.

spazio e cerchio

Nei primi tempi venne trasmessa un’animazione bicolore, che in apertura mostrava il tracciarsi di due cerchi concentrici, uniti internamente da due linee curve: questa figura ruotava un paio di volte su sé stessa, prima di scomparire andando contro lo schermo. La sigla di coda era una riproduzione al contrario di quella di testa, con la quale condivideva l’accompagnamento musicale. Questo bumper è stata sostituito nel 1979 da quello con gli schermi volteggianti, presente nello Spazio G e H, a sua volta rimpiazzato nel 1980 dalla versione con i palloncini della sigla con il guscio di noce.

Nel 1981 fu introdotta un’animazione che, già dal 1979, contrassegnava lo Spazio H: su di uno sfondo bianco a righe, un melograno appeso ad un filo oscillava da un lato all’altro lasciando mostrare al centro del teleschermo alcune figure (un seme, un albero e una mela). Nelle sigle di intermezzo vi erano due melograni che oscillavano senza lasciare traccia mentre, nella sigla di coda, compariva un solo frutto che, dopo un paio di oscillazioni, si slegava dal filo e si apriva in due, lasciando uscire un seme.

Spazio F

La fascia principale della giornata, indicata come l’erede di Carosello in ragione dell’orario e della rete in cui andava in onda (su Rete 1 alle 20:30, subito dopo l’edizione principale del TG1).

Una serie di quadretti di colore blu, verde e giallo componevano un cubo che, dopo qualche giro su sé stesso, mostrava l’immagine di una fenice posta sulla sommità di un albero. L’uccello volava fuori dal solido, che quindi si scomponeva tornando alla sua forma originaria. La sigla di testa era identica a quella di coda, mentre negli intermezzi la scacchiera componeva per qualche istante la facciata di un cubo raffigurante una primula. Questa grafica fu utilizzata per due anni, fino al 1979.

Dei disegni caleidoscopici che occupavano tutto il campo del teleschermo: in sigla di testa appariva un disco rosso in mezzo al disegno, a cui seguiva un’enorme stella nera che cancellava le figure tracciatesi in precedenza. Nell’intermezzo il disegno era più semplice e veniva cancellato da un cerchio nero, mentre in coda il disegno era simile a quello dell’apertura, a parte la presenza del cerchio rosso e il cerchio che cancellava il disegno. Questa sigla è andata in onda tra il 1980 e il 1981.

Un gruppo di pesci mimetizzati in alcune alghe che, nella sigla di testa, uscivano e scomparivano nella parte destra del teleschermo, al passaggio di un altro pesce rosso. Nella sigla di intermezzo il gruppo seguiva il pesce rosso, mentre in coda il gruppo di pesci, anziché seguire il loro simile che attraversava il teleschermo, andava a nascondersi in mezzo alle alghe. Questo bumper è stato trasmesso tra il 1981 e il 1983.

Una slot machine verde con sulla sommità una testa a forma di uccello che si girava verso destra o sinistra. Le figure nelle finestre ruotavano mostrando i loghi delle tre reti Rai (sigla di testa), gli ultimi fotogrammi delle sigle dei tre telegiornali (sigla di intermezzo) e le scritte identificative dei tre canali (sigla di coda). Questo bumper fu mandato in onda tra il 1983 e il 1984, presumibilmente in occasione del trentesimo anniversario della prima messa in onda dei programmi Rai.

Spazio G

In origine, per Spazio G si intendevano uno o due blocchi pubblicitari collocati tra la prima e la seconda serata, collocati tra la prima e la seconda serata (intorno alle 21:30 e le 22) e separati tra di loro dall’edizione serale del telegiornale. A partire dai primi anni ottanta, a questa dicitura poteva corrispondere lo spazio incluso fra il primo e il secondo tempo del film in prima serata.

spazi schermi

Alcuni disegni simili agli schermi di un televisore di vario colore e rilegati come libri, volteggianti su di uno sfondo blu. La sigla di testa e di coda mostravano, in coda, una spirale gialla a forma di lettera “P”, che già dal 1975 veniva utilizzata sul Radiocorriere TV per indicare le rubriche pubblicitarie negli orari dei programmi[2]. Questo bumper è stato utilizzato dal 1977 al 1979; nel 1980 il programma A tutto gag ne trasmise una parodia che vedeva due gruppi di questi disegni disgregarsi in seguito a uno scontro[3].

Tra il 1979 e il 1984 fu trasmesso un bumper che vedeva, in sigla di testa, alcune farfalle disposte a cornice diminuire di numero finché non ne rimaneva una sola; l’insetto si divideva in tanti altri simili che volavano via verso la parte alta del teleschermo. La sigla di coda era uguale a quella di testa, mentre nell’intermezzo la farfalla restava sul teleschermo, ma dopo un bagliore compariva il gruppo di simili che volava verso la parte superiore dello schermo. Di quest’animazione esisteva anche una versione più lunga, con le farfalle che diminuivano in maniera più graduale.

Dall’ottobre 1982 fino al 1986 venne mandato in onda un bumper identico in testa, in coda e nell’intermezzo, che mostrava un arcobaleno apparire da destra e scomparire verso il basso, per poi ricomparire dallo stesso punto più a sinistra e uscire definitivamente dallo schermo sulla medesima direzione.

Spazio H

L’ultima fascia pubblicitaria della giornata, solitamente collocata negli orari precedenti e/o successivi l’edizione notturna del telegiornale (tra le 23:00 e le 23:20).

Analogamente ad altri casi già visti, questo spazio faceva uso di bumper già destinati ad altri blocchi pubblicitari: tra il 1979 e il 1980 fu, ad esempio, utilizzata la stessa sigla con il melograno impiegata per lo Spazio E, successivamente sostituita da quella con gli schermi volteggianti su sfondo blu già presente negli Spazi E e G. A partire dal 1981 fu utilizzati il bumper con i disegni caleidoscopici usata precedentemente nello Spazio F.

Altri spazi

Con il prendere progressivamente piede delle televisioni commerciali in campo nazionale, a partire dai primi anni ottanta la regolamentazione oraria delle fasce pubblicitarie diverrà sempre meno stringente, introducendo la regola di trasmettere un blocco alla fine di alcuni programmi. Malgrado l’aumento del numero di spazi[2][4] e l’avanzamento fino alla lettera “O” nella classificazione disposta dalla Sacis[5], la trasmissione delle sigle avveniva ancora secondo i vecchi criteri di natura oraria, salvo alcune eccezioni particolari che prevedevano l’uso di appositi bumper.


Riferimenti e note

Gianni Canova (a cura di), Dreams: i sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva, Bruno Mondadori, 2004

[1] Marco Giusti, CAROSELLO CHE PASSIONE! su Il cinema ritrovato.
[2] cfr. Radiocorriere TV, Volume 52/1975 pag. 76 e Volume 53/1975 pag. 36.
[3] A tutto gag – Puntata del 17/02/1980, RaiPlay.it, min. 20:11
[4] Dagli iniziali otto del 1977 ai tredici del 1983, come ad esempio riportato nel Volume 12/1983 del Radiocorriere TV.
[5] Mercoledì 23 marzo 1983 – 3 su Il Focolare Radio – TV.


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