Altri spazi pubblicitari

Nonostante una minore rigidità della regolamentazione dei blocchi pubblicitari con conseguente aumento nel corso della programmazione[1], nei primi anni ottanta i bumper già esistenti continuavano ad essere trasmessi in base ai vecchi criteri legati alle fasce orarie. Esistevano tuttavia delle eccezioni in tal senso, solitamente legate a delle circostanze particolari.

Pubblicità serale

Il più conosciuto fra questi spazi era quello in onda subito dopo l’annuncio dei programmi in prima serata, talvolta indicato come Spazio L[2].

La prima animazione è stata per la prima volta trasmessa nel 1981 e mostrava inizialmente un seme delle carte francesi al centro dello schermo nero, che si moltiplicava andando a formare una composizione diversa a seconda della sigla: una “X” di picche verdi in testa e nel primo intermezzo, un cerchio di fiori verdi che circonda quello originario nel secondo intermezzo e un rombo composto di quadri rossi in coda. Successivamente, questa composizione si ritrasformava nell’immagine originaria e infine in un quadrifoglio verde che scompariva avanzando verso il teleschermo; tale scena era impiegata anche per il primo intermezzo. Il tema musicale di questa sigla consisteva in sei accordi di piano elettrico.

Quasi contemporaneamente venne introdotto una nuovo bumper, che vedeva su sfondo nero una palla dai disegni psichedelici ruotare verso sinistra in testa, e verso destra nella versione di intermezzo e di coda. La caratteristica che contraddistingueva la sigla di intermezzo dalle altre due era l’assenza dello zampillo d’acqua sotto la palla.

Interruzioni dei programmi

La circostanza in cui erano trasmessi con maggiore frequenza dei blocchi pubblicitari straordinari era, tuttavia, la pausa di un programma: questo evento, vero anticipatore della messa in onda di fasce svincolate dall’orario di trasmissione, darà peraltro il via alla progressiva scomparsa degli intervalli.

Nella pausa che inframezzava Domenica In e 90° Minuto poteva andare in onda un ulteriore blocco pubblicitario, sempre facente parte di questo spazio. Nei primi tempi andava in onda un bumper in bianco e nero che mostrava il diaframma di una macchina fotografica aprirsi e chiudersi, mostrando per qualche secondo uno spazio chiaro con un cerchio scuro al centro. Il modo in cui quest’ultimo elemento veniva mostrato variava a seconda delle versioni: in testa appariva e scompariva una lettera “P”, negli intermezzi il cerchio appariva e scompariva per alcuni secondi, mentre in coda compariva la medesima animazione del diaframma. Quest’animazione era accompagnata in testa e in coda da un motivo saltellante dal timbro elettronico, mentre il tema dell’intermezzo era una breve sequenza di note suonate in scala.

Nel 1978 venne invece introdotta l’animazione di alcuni disegni sullo stile di Piet Mondrian che, su di uno sfondo diverso a seconda della sigla (azzurro in testa, giallo nell’intermezzo e blu scuro in coda), avanzavano verso il teleschermo tramite dissolvenze incrociate. Nella sola sigla di testa lo sfondo diventava nero e, al centro, la frase maiuscola “INFORMAZIONE PUBBLICITARIA” in giallo o “INFORMAZIONI PUBBLICITARIE” con una breve transizione dal rosso al giallo. Questa sigla, realizzata dal grafico Sergio Ruffolo, è stata dismessa nel 1980 in favore della versione di intermezzo della sigla con i disegni caleidoscopici.

Durante l’intervallo delle partite di calcio, dal 1982 veniva utilizzato un bumper che mostrava alcune stelle tridimensionali muoversi avanzando in direzione del teleschermo. Esisteva anche una versione ridotta, che nel 1984 ha preso il posto della sigla con la palla nel relativo spazio: i gruppi di stelle erano due e avanzano sul teleschermo per poi scomparire verso destra e verso sinistra. Per tutte queste grafiche non vi era nessuna distinzione tra le sigla di testa, di coda e di intermezzo.

Per le interruzioni pubblicitarie del programma Che fai, mangi?, dal 1983 andò in onda un bumper che mostrava il rimbabel di alcuni chef, preceduto da un bagliore accompagnato da un suono elettronico. Quest’animazione esisteva in varie versioni, che si differenziavano a seconda del colore dello sfondo (rosa, blu, verde, rosso…) e che venivano alternativamente usate per aprire, chiudere e inframezzare la fascia pubblicitaria.

Sempre a partire dal 1983, fu introdotta una sigla utilizzata durante le interruzioni de La Domenica Sportiva: su di uno sfondo blu notte nella parte superiore e nero con delle linee inclinate nella metà inferiore, un riquadro mostrante la stessa composizione geometrica e il movimento di una palla rossa si muoveva sino a occupare l’intero schermo. Di quest’animazione, identica sia in testa sia in coda sia in intermezzo, sono state realizzate nove versioni che si differenziavano per i colori del riquadro, il movimento della palla al suo interno e il tema musicale.

Rete 3

La terza rete incominciò a trasmettere pubblicità dal 6 marzo 1983[3], includendo nel proprio palinsesto due blocchi a ridosso dei telegiornali. Queste interruzioni prevedevano un massimo di tre spot ed erano annunciate da un unico bumper, utilizzato fino al 1990.

L’animazione della sigla di testa vedeva il formarsi di un disegno di vari petali colorati (simile a quello del logo della NBC), che dopo un bagliore si trasformava nell’immagine di un pavone maschio con la coda in su. La sigla di intermezzo mostrava solo il momento in cui il lampo di luce trasformava il disegno in pavone, mentre in coda era proposta la riproduzione al contrario della sigla di testa. In tutti e tre i casi, veniva utilizzato il tema musicale del bumper con l’aquilone presente nello Spazio C.

Giromondo

Fra la primavera e l’estate del 1984 si assistette a un ritorno delle rubriche pubblicitarie con Giromondo, caratterizzato dall’uso di azioni estreme riprese in giro per il mondo al posto delle grafiche.

Questa rubrica, trasmessa nell’orario normalmente occupato dallo Spazio E, aveva come logo un ombrellino giallo e arancione che, muovendosi nell’angolo superiore sinistro del teleschermo, si apriva e mostrava la scritta bianca “GIROMONDO”, con le lettere bianche posizionate su ogni spicchio dell’ombrello. In chiusura, il logo era accompagnato da una scritta bianca “ARRIVEDERCI A” e scorreva da destra verso sinistra, nella parte bassa del teleschermo.


Riferimenti e note

Gianni Canova (a cura di), Dreams: i sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva, Bruno Mondadori, 2004

[1] cfr. volumi 1/1977 e 12/1983 del Radiocorriere TV.
[2] Mercoledì 23 marzo 1983 – 3 su Il Focolare Radio – TV.
[3] Antonio Zollo, E ora la pubblicità arriva anche su Rete 3, L’Unità, 3 marzo 1983, pag. 13.


Intervallo, precursore degli spazi pubblicitari straordinari.

Le sigle pubblicitarie, che presentano similitudini relativamente agli orari di trasmissione.

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