Le rubriche pubblicitarie

Il concetto di pubblicità televisiva approdò in Italia il 3 febbraio 1957, data della messa in onda del primo episodio di Carosello. Avvalendosi di una veste grafica ben definita, questa rubrica trasmetteva dei filmati costituiti da una parte di intrattenimento e una pubblicitaria, il tutto preannunciato dal Radiocorriere TV come un vero e proprio programma televisivo. Negli anni successivi, a Carosello cominceranno ad affiancarsi altre rubriche dalla simile impostazione, che tuttavia trasmettevano dei filmati di durata minore e maggiormente focalizzati sull’aspetto commerciale[1], allora noti come comunicati pubblicitari. Questi programmi andavano in onda quotidianamente, salvo alcune eccezioni particolari come il Venerdì Santo o il 2 novembre.

Ad eccezione di Carosello e, inizialmente, anche Intermezzo, dal 1° luglio 1973 questi programmi persero la loro identità grafica, venendo annunciati da delle sigle anonime e del tutto simili ai bumper attuali, avvicinandosi di fatto alle fasce pubblicitarie odierne.[2][3] Ciononostante, il Radiocorriere TV continuerà ad annunciare le rubriche con la denominazione persa sullo schermo fino alla soppressione definitiva avvenuta il 1° gennaio 1977.

Break / Break 2

Questa rubrica venne trasmessa per la prima volta il 30 settembre 1968 e precedeva il Telegiornale delle 13:30 sul Programma Nazionale[4]. Il secondo appuntamento andava invece in onda prima dell’edizione notturna del Telegiornale, dal 7 gennaio 1970 sul Programma Nazionale[5] e, a partire dal 6 maggio 1976, anche sul Secondo Canale.[6] Le sigle della rubrica, di cui non è stato possibile reperire alcun fotogramma in rete, erano firmate da Sandro Lodolo[7] e accompagnate da musiche firmate da Piero Umiliani.

Girotondo

Girotondo andava in onda sul Programma Nazionale dall’8 gennaio 1964 e apriva i programmi de La TV dei ragazzi[8], intorno alle 17:30.

La sigla di testa mostrava il roteare di una sfera da cui partivano diversi raggi: all’estremità di questi comparivano diverse cartoline recanti disegni e le lettere della parola “GIROTONDO”. Il globo si spostava verso la parte destra del teleschermo, rimanendo visibile solo per metà; dalle cartoline si staccavano le lettere, che andavano a comporre la parola “giro” in alto e “tondo” in basso. La sfera scompariva e, con una dissolvenza, si sostituivano ad essa i riflessi una sfera che ruotava; contemporaneamente le due parole si muovevano in maniera tale da risultare vicine.
La sigla di coda mostrava solamente gli ultimi fotogrammi di quella di testa, a partire dal distacco delle lettere dalle cartoline, mentre l’intermezzo vedeva il semplice roteare del globo. La melodia di accompagnamento era costituita da un brano intitolato Girandola, composto da Raffaele Gervasio.

Gong

Gong venne introdotta il 3 aprile 1959[9]., in chiusura dell’edizione del Telegiornale delle 19:00. Dall’11 aprile 1966 venne spostata in chiusura de La TV dei ragazzi[10]. Fino al 1970, la trasmissione di questa rubrica subiva inoltre un’interruzione nei mesi di luglio e agosto, in coincidenza con il periodo dell’anno in cui non era prevista la messa in onda del Telegiornale del tardo pomeriggio.

Nella sigla di testa si vedeva una scatola tonda roteante, sulle cui facciate vi erano disegnati dei bambini uniti tenendosi per mano. Improvvisamente, l’oggetto si apriva e usciva un pupazzo a molla che suonava il gong. La sigla di coda mostrava il pupazzo che rientrava nella scatola, la quale compiva alcune rotazioni, mentre nell’intermezzo si vedeva solo l’ultima parte della sigla di testa, con il pupazzo che suonava il gong. Il tema musicale era costituito dal suono di un carillon.

Informazione pubblicitaria

La caratteristica principale di questo programma, delle cui grafiche non è stato possibile reperire alcun fotogramma in rete, è stata la trasmissione a cadenza settimanale e in cicli, che di solito si esaurivano in occasione delle festività, riprendendo in seguito dopo due mesi.
Citata talvolta anche come Informazioni pubblicitarie, la rubrica era trasmessa il giovedì, a partire dal 9 maggio 1974 sul Programma Nazionale[11] e dal 17 ottobre dello stesso anno sul Secondo Canale[12]. L’orario di messa in onda era alle 19:15 sul Nazionale; sul Secondo Canale il primo ciclo fu trasmesso alle 19:00, mentre quelli successivi al 31 gennaio 1975 vennero spostati nella pausa del programma di prima serata, in abbinamento con Do Re Mi[13]. Gli ultimi numeri di questa rubrica andarono in onda il 1° (Nazionale) e il 2 gennaio (Secondo Canale) 1976[14].

Tic Tac

Trasmessa a partire dal 5 gennaio 1959, questa rubrica è stata la prima ad affiancarsi a Carosello. Così come l’impostazione grafica e il tema musicale, la sua collocazione nel palinsesto ha subìto alcune variazioni nel corso del tempo, precedendo inizialmente il Telegiornale delle 20:30[15] per poi essere spostata alle 20:00 dall’8 gennaio 1964[8].

Arcobaleno / Arcobaleno 2

Trasmessa per la prima volta il 27 dicembre 1960, fino al 7 gennaio 1964 questa rubrica andava in onda subito dopo l’edizione principale del Telegiornale sul Programma Nazionale, precedendo le previsioni del tempo serali[16]. Successivamente, l’orario di trasmissione verrà anticipato alle 20:15[8] mentre, dal 6 gennaio 1970, la rubrica era proposta in due blocchi inframezzati dalle previsioni del tempo serali[5].

La grafica di questa rubrica presentava due versioni, entrambe accompagnate da un tema musicale scritto da Nino Oliviero. La prima vedeva l’immagine stilizzata di un gallo che, suonando la tromba, si muoveva su di uno sfondo di piante. L’uccello si fermava e, con uno squillo di tromba, faceva scoppiare per pochi istanti un temporale; a quel punto l’animale tracciava un arcobaleno con la coda, che si trasformava nella scritta “ARCOBALENO”. Gli intermezzi vedevano un pulcino (di colore bianco o nero, a seconda delle versioni) suonare la tromba, mentre nella sigla di testa il gallo e i pulcini suonavano la stessa melodia usata negli intermezzi.

arcobaleno rubriche

La sigla di testa della seconda versione, ambientata su sfondo a strisce, vedeva l’apparizione del titolo della rubrica: la parola “Arco” si trasformava nella suddetta arma, “Baleno” in una freccia. Quest’ultima veniva scoccata malgrado l’assenza dell’arciere e colpiva il centro di un bersaglio, che dopo qualche contrazione si trasformava in una “X” nera che si estendeva fino ad occupare l’intero schermo. Le sigle di intermezzo e di chiusura erano simili all’apertura, ma mancavano dell’animazione iniziale; inoltre, in chiusura i cerchi del bersaglio colpito non si trasformavano in una “X”, ma si muovevano concentricamente per qualche secondo.

Dal 1° luglio 1973 venne utilizzato un bumper che, in apertura, mostrava la comparsa di un cerchio al centro del teleschermo. All’interno di esso avvenivano alcune animazioni simili a dei raggi che giravano a mò di ruota e una spirale, durante la quale lo schermo diveniva chiaro. Successivamente, lo sfondo tornava scuro e compariva una “P” squadrata, mentre l’area precedentemente occupata dal cerchio veniva delimitata dal tracciarsi della medesima figura geometrica. L’intermezzo includeva solo la parte in cui si formava la spirale nel cerchio, mentre la sigla di coda era simile all’apertura, ma la comparsa della lettera “P” era sostituita per qualche secondo di raggi che giravano.

Carosello

Il contenitore principale della giornata sul Programma Nazionale, fino al 2 dicembre 1973 andava in onda tra le 20:50 e le 21:00. In seguito, l’orario di trasmissione venne spostato alle 20:30.

Intermezzo

Intermezzo andava in onda sul Secondo Canale, dal 14 maggio 1962[17]: inizialmente fra il programma di prima serata e il Telegiornale, e poi alle 21:00. Questa rubrica era considerata l’alternativa a Carosello per via della collocazione nella medesima fascia oraria e per la grande presenza di elementi di intrattenimento, che tuttavia erano presenti nelle sigle.

Le animazioni, realizzate dalla Gamma Film con disegni di autori noti come Gibba o Sandro Lodolo[7], vedevano dei personaggi coinvolti in situazioni divertenti; in chiusura della rubrica venivano raccontati con tono scherzoso alcuni aneddoti sul giorno a venire (oroscopo, ricorrenze storiche…), oppure veniva espresso il cosiddetto “pensierino della sera”, una breve frase umoristica scritta da Alfredo Danti[18]. Il tema musicale della rubrica era il brano Domani chissà di Giampiero Boneschi, proposto sia in versione strumentale sia vocalizzata; in quest’ultimo caso il testo, sempre scritto da Alfredo Danti[18], era interpretato dal Quartetto Radar.

Partendo dal nero iniziale, si compone uno sfondo a righe spesse con l’entrata di alcune strisce dall’alto e altre dal basso. Compare in dissolvenza l’immagine di un pagliaccio costituita da dei rettangoli smussati che compongono la testa e il busto, nonché dalle mani che fanno roteare in senso orario due palle scure e due chiare. Dopo alcuni giri, il pagliaccio si toglie il cappello e vi nasconde le palle, quindi lo rimette in testa favorendo la comparsa di pois sul petto; a quel punto il pagliaccio scompare in dissolvenza e lo sfondo esce di scena muovendosi al contrario rispetto all’inizio. La sigla di intermezzo è identica all’apertura, ma mostra solamente il pagliaccio che fa roteare le palle.
Quest’animazione, di cui non è stata reperita la sigla di coda, andava in onda almeno nell’ultimo anno di effettiva trasmissione delle rubriche (1976-77) e ha guadagnato una certa notorietà grazie ad una parodia presente nel film Signore e signori buonanotte che vede la presenza di gambe, in mezzo alle quali il pagliaccio fa scomparire le palle, presenti in un numero maggiore rispetto all’originale.

Do Re Mi

Trasmessa per la prima volta il 30 dicembre 1967, andava in onda alle 21:20 su entrambi i canali, durante la pausa del programma in prima serata[19]. Dal 31 gennaio 1975 veniva abbinata con Informazione pubblicitaria, affiancando il settimanale anche nei cicli successivi[13].

La sigla di testa vedeva un gruppo di quadrati e di cerchi che, disponendosi in maniera differente sul teleschermo, formavano diverse sagome di lettere. Quest’animazione era ripetuta due volte, con l’unica differenza che era mostrata in negativo e che, in quest’ultimo caso, le forme geometriche andavano a disporsi come un fiore. A quel punto, l’immagine tornava del colore originario e, all’estremità del gambo del fiore, vi era un rettangolo dove, al suono delle corrispondenti note, compariva la scritta “do” “re” “mi”. La versione di intermezzo di questa sigla, il cui accompagnamento era composto da Piero Umiliani, mostrava solo la prima parte dell’animazione presente in testa.

Dal 1° luglio 1973, venne adottata come sigla l’animazione di un cerchio che, dopo alcune rotazioni, veniva diviso a metà da una linea. Come per tutte le sigle introdotte in quell’occasione, il tema musicale era realizzato da Marcello De Martino e Massimo Catalani[2] mentre la parte grafica era curata dalla Lodolo Film e dalla Recta[3].


Riferimenti e note

Gianni Canova (a cura di), Dreams: i sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva, Bruno Mondadori, 2004

Palinsesto Rai di giovedì 28 marzo 1963, su Il Focolare Radio – TV

Marcello Zane, Scatola a sorpresa: la Gamma film di Roberto Gavioli e la comunicazione audiovisiva da Carosello a oggi, Fondazione Luigi Micheletti – Jaca Book, 1998

[1] Si possono riscontrare delle analogie con i cosiddetti codini, vale a dire le porzioni dei filmati di Carosello destinate alla presentazione del prodotto reclamizzato (cfr. regolamento Sacis del 1963, su Il mito di Carosello)
[2] Cambiano le sigle della pubblicità tv, La Stampa, 24 giugno 1973, pag. 7
[3] Le nuove sigle delle pubblicità televisive, Volume 23/1973 del Radiocorriere TV, pag. 27
[4] Volume 40/1968 del Radiocorriere TV, pag. 70
[5] Volume 01/1970 del Radiocorriere TV, pagg. 100 e 104
[6] Volume 18/1976 del Radiocorriere TV, pag. 79
[7] Sandro Lodolo: un cartoonist “Rischiatutto”, su Rapporto confidenziale
[8] Volume 2/1964 del Radiocorriere TV, pag. 36
[9] Volume 13/1959 del Radiocorriere TV, pag. 43
[10] Volume 15/1966 del Radiocorriere TV, pag. 48
[11] Volume 19/1974 del Radiocorriere TV, pag. 76
[12] Volume 42/1974 del Radiocorriere TV, pag. 95
[13] Volume 5/1975 del Radiocorriere TV, pag. 44
[14] Volume 53/1975 del Radiocorriere TV, pagg. 36 e 38
[15] Volume 1/1959 del Radiocorriere TV, pag. 30
[16] Volume 52/1960 del Radiocorriere TV, pag. 30
[17] Volume 20/1962 del Radiocorriere TV, pag. 27
[18] Zane, pag. 57
[19] Volume 52/1967 del Radiocorriere TV, pag. 66


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