Carosello

Primissimo contenitore pubblicitario nella storia della televisione italiana, Carosello venne per la prima volta trasmesso il 3 febbraio 1957, con oltre un mese di ritardo sulla data prevista[1]. In onda sul Programma Nazionale alle 20:50 (20:30 dal 2 dicembre 1973), questo programma era strutturato secondo un format ben preciso, per aggirare delle disposizioni legislative che vietavano la messa in onda della pubblicità durante uno spettacolo televisivo.

Seguendo un protocollo estremamente rigido, ogni sera venivano trasmessi quattro (cinque dal 1960, con delle parentesi fra il 1962 e il 1964 in cui tornarono quattro, e dal 1974 al 1976 in cui furono portati a sei) filmati costituiti dal “pezzo” e dal “codino”, cioè una parte di intrattenimento e una di natura pubblicitaria. Questi due segmenti erano legati fra di loro in maniera labile, di solito una parola-chiave correlata al prodotto reclamizzato[2].

Alla sua chiusura, avvenuta il 1° gennaio 1977, sono stati trasmessi 7261 episodi[3]: la regolare programmazione della rubrica, normalmente interrotta il Venerdì santo e il 2 novembre[1], subì delle sospensioni in seguito ad alcuni eventi straordinari come i decessi dei Papi Pio XII (dal 9 al 11 ottobre 1958) e Giovanni XXIII (dal 31 maggio dal 6 giugno 1963), l’assassinio dei fratelli Kennedy (22 novembre 1963 e 5 giugno 1968) e la strage di Piazza Fontana (dal 12 al 15 dicembre 1969)[4].

I siparietti di Luciano Emmer

Le prime versioni della sigla di Carosello erano realizzate dal regista Luciano Emmer e dal produttore Cesare Taurelli, su disegni di Nietta Vespignani. Il tema musicale era Commedianti di Raffaele Gervasio[5], rielaborazione di una tarantella intitolata Pagliaccio, raccolta da Vincenzo De Meglio partendo da una fonte anonima del 1825[6].

La sigla di testa era basata sull’animazione di quattro sipari che, aprendosi, mostravano delle tavole finché non veniva scoperta l’immagine di due uomini che tenevano un drappo recante la scritta “Carosello”. La sigla di coda era una riproduzione al contrario di quella di testa, mentre l’intermezzo mostrava l’alternarsi di questi sipari.

Nel gennaio 1958 vi furono alcune modifiche nel disegno delle tavole e nell’ultima scena della sigla di testa, che mostrava su sfondo scuro degli zampilli d’acqua, con il titolo del programma che appariva dal basso. In sigla di coda veniva mostrato il palco presente nei primi fotogrammi della sigla di testa, con il titolo che compariva da lontano.

I panorami e i musicanti

Nel gennaio 1962 venne introdotta la sigla con cui solitamente è ricordato il programma, basata su dei disegni a tempera del pittore Manfredo Manfredi. Il tema musicale era un riarrangiamento del precedente, realizzato sempre da Raffaele Gervasio e intitolato Menestrelli.[7].

carosello 1962

Sul teleschermo si alternavano i disegni di alcuni panorami italiani, con a lato un musicante: chitarrista a Venezia con il Ponte di Rialto in evidenza, trombettista a Siena in Piazza del Campo, mandolinista a Napoli in Via Caracciolo e flautista a Piazza del Popolo in Roma. Il tema musicale era arrangiato affinché ad ogni strumento corrispondesse il musicante sullo schermo.

carosello 1962 intermezzo

Gli intermezzi erano delle cartoline su schermo nero, raffiguranti da un lato il musicante e il relativo strumento dall’altro: al suono dello strumento raffigurato, la cartolina compiva un primo giro su sé stessa, per poi scomparire dividendosi in due.

carosello 1962 coda

La sigla di coda univa invece entrambe le animazioni ed era strutturata in due parti: nella prima la cartolina col disegno di un musicante compiva un giro su sé stessa mostrando il titolo del marchio reclamizzato, e così via finché non veniva mostrato un dettaglio dell’ultima cartolina presente in sigla di testa che indietreggiava fino a mostrare tutta l’immagine. Tutti i titoli erano letti da una voce fuori campo, che ricordava anche la data del prossimo appuntamento.

Il 3 gennaio 1974 tutte le animazioni ricevettero delle modifiche minori, divenendo più velocizzata e con un arrangiamento più moderno, curato da Marcello De Martino.


Riferimenti e note

Gianni Canova (a cura di), Dreams: i sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva, Bruno Mondadori, 2004

A. Vezzani e E. Borello, Non solo amarena: il caso Fabbri nella pubblicità, Alinea, 2006

Marcello Zane, Scatola a sorpresa: la Gamma film di Roberto Gavioli e la comunicazione audiovisiva da Carosello a oggi, Fondazione Luigi Micheletti – Jaca Book, 1998

[1] Samuele Perotti, Stracult speciale Carosello: diretta puntata 7 luglio, maridacaterini.it, 7 luglio 2017
[2] Estratto dal regolamento Sacis del 1963, su Il mito di Carosello
[3] Silvia Morosi e Paolo Rastelli, Un pulcino piccolo e nero: l’esordio di Calimero (in tv), Il Corriere della Sera, 14 luglio 2017
[4] E dopo Carosello l’Italia a nanna, La Stampa, 30 gennaio 2007.
[5] Commedianti – 1957 OP. 76 / CG 418 – Catalogo generale delle opere, raffaelegervasio.com
[6] Pagliaccio (Meglio, Vincenzo de) – 1883 in Eco di Napoli (No.103), imslp.org
[7] Menestrelli – 1961 OP. / CG 433 – Catalogo generale delle opere, raffaelegervasio.com


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Carosello Reloaded, riproposizione della rubrica trasmessa fra il 2013 e il 2014.